Rapporto di Sostenibilità 2020

Responsabilità Ambientale

Per Marchesini Group la responsabilità ambientale si esplica mediante un approccio onnicomprensivo che mira a preservare le risorse naturali, cercando di evitare il loro spreco, inteso in senso più generale possibile, e contrapponendovi il riciclo, l’acquisto e l’utilizzo responsabile per una visione ecocompatibile e lungimirante per favorire la minimizzazione degli impatti ambientali connessi allo svolgimento delle attività intraprese.

In particolare si impegna a:

  • adottare ogni approccio preventivo allo scopo di ridurre l’inquinamento;
  • ottimizzare i consumi delle risorse energetiche;
  • utilizzare energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili;
  • garantire il rispetto della normativa vigente da parte di tutta l’organizzazione;
  • privilegiare aziende di gestione rifiuti che si impegnino al recupero/riciclo di essi;
  • adottare, laddove se ne riscontri la necessità, le opportune azioni correttive/preventive;
  • diffondere all’interno della propria realtà aziendale una cultura volta alla sostenibilità e al rispetto ambientale.

In linea con la Politica dell’Ambiente, il Gruppo basa la sua azione strategica su tre pilastri:

RISPARMIO DI RISORSE NATURALI

Produrre meglio, consumando meno energia e meno risorse, ottimizzando la gestione degli aspetti ambientali (risorse, acqua, rifiuti, materie prime) per lasciare alle generazioni future un ambiente meno impoverito e più vivibile. L’impegno preso è la rivisitazione dei prodotti Marchesini ridisegnandoli e studiandoli con l’obiettivo di ottenere un basso impatto ambientale in termini di maggior durata e flessibilità, risparmio energetico, maggiore riciclabilità dei componenti.

RIDUZIONE DEGLI IMPATTI DEI SISTEMI PRODUTTIVI

L’impegno del Gruppo Marchesini è rivedere e ridisegnare processi e tecnologie che prevengano e/o riducano l’impatto ambientale. Questo sarà possibile solo applicando le migliori tecniche di esercizio, e garantendo un impegno razionale ed efficiente delle risorse energetiche e delle materie prime.

RISPETTO DELLA LEGISLAZIONE IN MATERIA

L’impegno di Marchesini Group per il rispetto della legislazione in materia ambientale rappresenta un passaggio obbligato, ed è espressione della maturità raggiunta dagli impianti produttivi e dal sistema di gestione Marchesini, garanzia di un uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti. La compliance alla normativa vigente in materia e la valutazione e implementazione di progetti proattivi su queste tematiche è affidata all’Ufficio Ambiente e Sicurezza.

In tutto il Gruppo vengono promossi comportamenti virtuosi volti alla riduzione dei consumi energetici legati al fabbisogno quotidiano dei dipendenti per l’espletamento delle attività lavorative; sono inoltre costantemente effettuati investimenti su dispositivi atti alla riduzione degli sprechi, ad esempio nei periodi di inattività (notte, fine settimana, festività), ed impianti ad alta efficienza energetica, anche in sostituzione di vecchi impianti meno efficienti.

L’energia elettrica utilizzata dal Gruppo è legata principalmente all’alimentazione dei cicli produttivi degli stabilimenti e, in percentuale minore, ad uffici e servizi. Il totale dell’energia elettrica consumata nel corso del 2020 corrisponde a circa 1.838 tep, in aumento dell’1,4% circa rispetto al 2019. Tali incrementi sono principalmente legati alla crescita dell’Azienda, e al progressivo abbandono del gas combustibile a vantaggio dell’adozione di pompe di calore.

 

[1] Il tep rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo e vale circa 42 GJ. Il valore è fissato convenzionalmente, dato che diverse varietà di petrolio posseggono diversi poteri calorifici e le convenzioni attualmente in uso sono più di una.

 

L’ impegno a garantire un ambiente di lavoro il più confortevole possibile, il mantenimento del comfort microclimatico (riscaldamento e aria condizionata) in tutti gli stabilimenti produttivi e uffici del Gruppo, assorbe circa il 50% del totale dei consumi energetici.

I consumi energetici totali in termini di tep (tonnellate equivalente di petrolio) nel 2020 sono pressoché invariati rispetto al 2019 (+0,4%): l’aumento dei consumi di energia elettrica dovuto all’aumento della produzione dei dipendenti e dell’estensione degli stabilimenti è stato compensato dalla riduzione dell’utilizzo della flotta di auto aziendali a causa della pandemia in atto.

Sono state complessivamente azzerate, invece, le emissioni in termini tonnellate di anidride carbonica equivalenti. Questo è stato possibile grazie al raggiungimento dell’obiettivo di utilizzo di energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili.

Maggiore efficienza nell’utilizzo dei materiali all’interno dei processi produttivi si traduce in una riduzione dei costi, dei rifiuti avviati allo smaltimento in discarica e degli sprechi di lavorazione, il tutto a beneficio dell’ambiente. Per tali motivi, il Gruppo promuove la gestione responsabile dei materiali e dei rifiuti, con particolare attenzione al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti pericolosi.

L’Ufficio Ambiente Sicurezza è incaricato di assicurare il rispetto delle normative vigenti in merito alla gestione dello stoccaggio, del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti pericolosi e non pericolosi. Nell’ottica di un miglioramento continuo e di un efficientamento dei sistemi produttivi, Marchesini Group ha mantenuto al di sotto del 10% la quota di rifiuti avviati allo smaltimento, incrementando la fase di recupero.

Il Gruppo è interessato a sviluppare strategie per migliorare la gestione responsabile delle risorse idriche, pur non necessitando di ingenti quantità di acqua per i suoi cicli produttivi, nel rispetto di tale preziosa risorsa per il benessere della collettività. La gestione delle risorse idriche è competenza dell’Ufficio manutenzione, sicurezza e ambiente il quale, tra le molteplici attività, fornisce supporto legislativo per l’implementazione delle nuove norme e regolamenti in materia.

L’utilizzo delle risorse idriche è legato in larga parte al normale consumo per uso sanitario. Per quanto riguarda la produzione, l’acqua è principalmente utilizzata nella fase di collaudo e test delle macchine per i lavaggi. Ad oggi, l’acqua utilizzata nel processo produttivo viene smaltita mediante aziende specializzate.

Nel 2020, la quantità di acqua prelevata è pari a 30.323 m3, con un incremento del 17% rispetto al 2029. Dovuto all’incremento dei dipendenti e della superficie occupata dall’Azienda.

Stima effettuata in base al costo complessivo della risorsa idrica al prezzo medio di acquisto, anno 2020.

 

La Carbon Footprint di Prodotto (CFP), espressa nell’unità di misura tCO2eq, considera le emissioni complessive di tutte le fasi della vita del prodotto/servizio “dalla culla alla tomba” rapportate al Global Warming Potential dell’anidride carbonica (CO2). Il suo calcolo parte dalle fasi di approvvigionamento e trattamento delle materie prime costitutive per poi prendere in considerazione le fasi relative alla loro lavorazione e produzione del prodotto, fino ai trasporti al cliente arrivando a coprire, eventualmente, le attività di utilizzo e smaltimento.

Le motivazioni che hanno spinto l’azienda ad effettuare lo studio sono le seguenti:

  • identificare gli aspetti significativi in termini di effetti sul cambiamento climatico degli stabilimenti inclusi nel perimetro aziendale, ai fini di una loro riduzione e/o mitigazione;
  • monitorare le variazioni degli impatti dal punto di vista climatico.
  • Lo studio ha considerato tutte le emissioni dirette (Scope 1) e indirette (Scope 2) di gas climalteranti associate agli stabilimenti inclusi nel perimetro dello studio.

La raccolta dati è stata condotta mediante le seguenti modalità:

  • predisposizione di fogli di raccolta dati elaborati suddivise per i diversi Scope.
  • incontri di coordinamento e confronto presso l’headquarter a Pianoro (BO).
  • richieste di informazioni aggiuntive e dati tramite contatti telefonici o via posta elettronica.

Per quanto riguarda le emissioni di gas climalteranti di un’organizzazione, il GHG[1] Protocol, suddivide le emissioni di gas ad effetto serra in tre categorie

  • Scope 1: emissioni dirette di GHG derivanti da attività svolte in situ;
  • Scope 2: emissioni indirette di GHG connesse all’uso di energia elettrica prelevata dalla rete elettrica nazionale o la quota di energia elettrica autoprodotta e consumata;
  • Scope 3: emissioni indirette di GHG che non rientrano negli Scope 1 e 2.

Dal momento che la quantificazione delle emissioni appartenenti a quest’ultima categoria attualmente non è obbligatoria, ma a discrezione dell’azienda, l’indagine è stata circoscritta agli scope 1 e 2 per i quali i dati attività sono stati determinati sulla base delle informazioni contenute nelle bollette delle utenze o dalle carte carburante per i consumi di carburante dei mezzi di proprietà aziendale.

Nel 2020 si registra un incremento nelle emissioni complessive del 25% dovuto alla fuga di gas refrigeranti a causa della rottura di alcuni impianti di climatizzazione.

Il senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente, unito al desiderio di offrire ai clienti un prodotto conveniente con lo stesso livello di qualità e affidabilità del prodotto nuovo, è testimoniato dal terzo anno di attività di Rinova S.r.l. (link a www.rinove.me) , la società del Gruppo creata per dare nuova vita alle macchine e alle Linee Marchesini originali usate. Partendo quindi da un componente originale usato, attraverso un processo di smontaggio, pulizia, rigenerazione, rimontaggio e test finale , il Gruppo è in grado di dare nuova vita a macchine usate, apportando così al cliente numerosi vantaggi. In termini di risparmio, infatti, i prezzi sono ridotti fino al 50% rispetto al nuovo e, come per gli altri componenti, anche i ricambi rigenerati sono garantiti al 100% e presentano le medesime specifiche di qualità e affidabilità. Il riutilizzo dei componenti usati, infine, è anche un gesto di rispetto e consapevolezza per l’ambiente in cui viviamo poiché si traduce in risparmio nel consumo di energia e riduzione degli sprechi.
Il remanufacturing rappresenta, quindi, non solo un nuovo paradigma di produzione, ma anche un nuovo modello di business basato sulla “seconda vita” dei materiali, che potenzialmente può rendere la produzione dei beni più vantaggiosa sia in termini economici, sia ambientali.
 

La pratica del remanufacturing implica il disassemblaggio del prodotto usato e il ripristino mediante componenti al fine di mantenere le specifiche del design originario: per il consumatore il prodotto derivante deve poter essere considerato pari a un nuovo prodotto. 
Nel remanufacturing il valore aggiunto originario delle materie prime, utilizzate nella prima versione del prodotto, viene rigenerato. 
Il remanufacturing si caratterizza per tre fattori principali: innanzitutto la vita utile dei prodotti rifabbricati ha un’estensione maggiore grazie ai processi di manutenzione, rigenerazione, riparazione e upgrading. In secondo luogo, questi prodotti possono essere facilmente disassemblati al fine sia di sostituire o ripristinare le componenti secondo necessità, sia di salvaguardare la riciclabilità e la riutilizzabilità dei materiali. Infine, il valore aggiunto, in termini di manifattura, energia e materiali, può essere completamente recuperato.